Oggi approfondiamo “La Barbera” chiamata al femminile dalla tradizione piemontese; la pricipale distinzione si fa a livello di “denominazione” , da cui le zone di competenza :
- La Barbera d’Asti DOCG; è quella più storica, di maggiore produzione sia quantitativa che qualitativa e ha dato origine anche a “sottozone” di elevata qualità come il Nizza, diventata recentemente una Docg specifica. La “qualità” parte sempre dal Territorio e non dalla elaborazione in Cantina che invece serve solo a valorizzare la provenienza delle uve estraendone la loro tipicità. Agliano Terme è la zona d’eccellenza per la Barbera d’Asti superiore fa parte infatti di quello che è definito il “triangolo d’oro” del Barbera tra i fiumi Tanaro e Belbo con i comuni di Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Costigliole d’Asti, Mombercelli . In questa zona si coltiva Barbera quasi totalmente in purezza, mentre altrove troviamo in percentuali minori viti di altre varietà, come Freisa, Grignolino e Dolcetto. (http://www.barbera-agliano.com/barbera_storia.php )
- La Barbera del Monferrato Doc e Superiore Docg; in pratica per valorizzare un vino concepito per tutto pasto e rivolto a un pubblico vasto (la DOC) si è pensato di elevarne la qualità intervenendo sulla modalità di produzione, selezione uve e lavorazione in cantina, ma sempre partendo dal Territorio (la DOCG), qui in particolare dalle zone di Vignale e Casale Monferrato.
In questo modo il Monferrato riesce ad esprimere tutta la sua potenzialità e specializzazione su questo grande vino piemontese. Non a caso spesso di dice “Langhe e Monferrato” per identificare il Piemonte dal punto di vista enogastronomico: un piccolo suggerimento… venite a visitare il Monferrato e apprezzatene la sua varietà , non resterete delusi.
Il Bosco: una caratteristica storica del Monferrato, oggi rivalutata da molti e utilizzata proficuamente da pochi viticultori lungimiranti come Renate Schutz ad Agliano Terme.
Dal nome si deduce che Renate non è capitata qui per caso ma per scelta di vita consapevole. Anche il nome dato all’azienda di proprietà è tutto un programma “La Luna del Rospo” ; significato da ricercarsi solo nella volontà di proporre un contatto con la natura originale ma molto serio. Torniamo al Bosco con la B maiuscola per rispetto… Interessante è l’ampio spazio, ben 2 ettari, che in mezzo ai vigneti viene lasciato a libero sfogo della Biodiversità (piante e animali) con uno scopo specifico di protezione delle vigne e anche di qualità del paesaggio.
Qui a La Luna del Rospo se verrete a fare una visita scoprirete la vera vita agreste interpretata in chiave moderna , consapevole, intrigante, ricca di armonia che la proprietaria sa trasmettere con passione e grande competenza. Potrete inoltre degustare, ovviamente in chiave Bio, diversi vini tipici del Monferrato come il Cortese, il Grignolino, e ben 3 tipologie di Barbera d’Asti.